MISERIA E NOBILTA
dal testo di Eduardo Scarpetta
scritto da Michele Sinisi con Francesco M. Asselta
con Michele Sinisi, Diletta Acquaviva, Stefano Braschi, Gianni D'addario, Gianluca delle Fontane, Giulia Eugeni, Francesca Gabucci, Ciro Masella, Stefania Medri Giuditta Mingucci, Donato Paternoster
regia Michele Sinisi
aiuto regia Domenico Ingenito, Roberta Rosignoli
scene Federico Biancalani
costumi Gianluca delle Fontane
aiuto costumista Arman Avetikyan
produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale
MISERIA&NOBILTÀ SPETTACOLO FINALISTA PREMIO HYSTRIO TWISTER 2016
MICHELE SINISI PREMIO ANCT – PREMIO DELLA CRITICA 2016
La storia di un povero squattrinato, Felice Sciosciammocca, che costretto a vivere di espedienti per rimediare a fatica un tozzo di pane, dà vita a una fitta tessitura di trovate dialogiche e di situazioni che rappresentano la summa dell’arte attoriale italiana e di quanto di meglio la storia del teatro (in particolare quella napoletana) abbia prodotto nel tenere il pubblico inchiodato alla sedia. Questo testo rappresenta la festa del teatro, quanto di più “Felice” un pubblico possa incontrare.
Dalle platee Miseria &Nobiltà è poi migrato nel cinema, grazie al film di Mattioli, e nella tv creando veri e propri simboli e immagini vivide nelle memoria collettiva. Totò (il Sciosciammocca più celebre) che mette in tasca gli spaghetti è un’immagine celebre della cinematografia italiana. Miseria& Nobiltà ritorna a quel testo del 1888 solo riscoprendosi rito nell’oggi con una straordinaria squadra di attori che s’impossessano della scena.
Dice Sciosciammocca nell’ultimissima battura della storia “Torno nella miseria, però non mi lamento: mi basta di sapere che il pubblico è contento.” Miseria & Nobiltà del mestiere del vivere recitando.
Data | Ore | Città | Teatro | Biglietti |
21/02/2017 | 21:00 | Satriano L. | Teatro Anzani | Biglietti |
NOTE DI REGIA
C’è tutta una grande strada, molto bella con cui noi attori cerchiamo in prova e in replica di sistemarci addosso le parole e le azioni, e contemporaneamente ce n’è un’altra attraverso la quale le storie le raccontiamo riconducendole totalmente a noi stessi o anche generandole a partire proprio da noi. Ogni possibilità sottende comunque il fatto che la nostra umanità sia la vera protagonista della scena, che ci siano o no maschere, testi, le emozioni o le interpretazioni, in presenza o meno di struttura, il dramma anche nel suo rifiuto finisce per farsi sentire, in forme imprevedibili si spera. Beh, per fare tutto ciò resta il fatto che in scena bisogna starci ed è praticamente sicuro che il tutto bisognerà ripeterlo per qualche altra recita, mi auguro: bisogna recitare, da qui non si scappa, se sei a teatro. In alternativa la vita nella verità è più forte e schiaccia la presunzione.
La farsa Miseria e Nobiltà è uno degli spartiti teatrali più affascinanti che un attore possa incontrare. È un fatto già conosciuto. Il dramma di questo testo sta nel suo percorso storico con le facce, le maschere, dei grandi interpreti del passato. Alcuni passaggi del testo sono un collante sociale: Mito. Tutto questo per me è Miseria e Nobiltà. È un dramma che sta contemporaneamente dentro e fuori la scena, un po’ come stare dentro e fuori dal personaggio, o da se stessi: è miseria e nobiltà del mestiere del vivere recitando. (Michele Sinisi)