L’ultimo grande testo di William Shakespeare, per molti un testamento , ma anche l’inizio di una nuova era. Al centro la parola, il linguaggio, il sapere, la conoscenza e il potere che da tutto ciò ne deriva. Parole di potenza affidate ad un grande “mago”, un manipolatore della realtà, un uomo in grado di usare la sua “sapienza” per controllare gli altri “attori “che si muovono sul palcoscenico della vita. Oggi più che mai il sapere determina il controllo su tutto quello che si muove. Prospero ha il potere della conoscenza, è l’uomo che da’ un nome alle cose, le fa esistere o le nega. È il creatore. Mai come in quest’era dominata dalla capacità di comunicare, Prospero è artefice della percezione di una realtà che continuamente ci sfugge dalle mani… una realtà liquida e in continuo movimento che ha bisogno di essere letta e decifrata. Uno spettacolo sulla meraviglia e sulla necessità dell’esperienza acquisita attraverso la conoscenza e la pratica
In questo testo tutta la forza che muove l’opera scekspiriana si manifesta e si rende visibile attraverso un atto sacrale – come il teatro richiede.