MINCHIA SIGNOR TENENTE
Ieri a Melfi, oggi – mercoledì 17 febbraio – a Lavello e domani – 18 febbraio – a Oppido Lucano, in scena il lavoro di Antonio Grosso ispirato al brano sanremese di Faletti “Minchia signor tenente”, una tragicommedia sulla mafia, diretta da Nicola Pistoia, prodotta da LUX T.
Lo spettacolo tratta il tema della legalità soprattutto dal punto di vista degli uomini che non fanno notizia, in un’ottica tragicomica, rappresentati nella loro vita di tutti i giorni fatta di accadimenti belli e brutti, seri e divertenti, di amori e di passioni contrastanti.
In scena Daniele Antonini, Gaspare Di Stefano, Alessandra Falanga, Antonio Grosso, Francesco Nannarelli, Antonello Pascale, Francesco Stella, Ariele Vincenti e con Natale Russo: cinque carabinieri, un tenente e la mafia che li circonda, in una storia che potrebbe sembrare la classica del cattivo e dei buoni in cui il bene vince sempre… invece no.
Lo spettacolo rappresenta quell’Italia che tante volte ci ha fatto soffrire, ridere, piangere e sperare. E’ l’incontro fra l’Italia che c’è e l’Italia che avremmo voluto avere. L’Italia del lotto e l’Italia del complotto.
Lo scenario nel quale si sviluppa la vicenda è la Sicilia, “isola, isola bedda”, così definita in apertura di spettacolo, terra di meraviglie straordinarie, ma anche di contraddizioni, prigioniera di uno Stato nello Stato, luogo in cui la vita a volte incontra la morte attraverso la furia omicida. L’espressione amara “minchia, signor Tenente” è sibilata, detta tra i denti. Urlarla non si può, poiché sarebbe punita come insubordinazione. Però rappresenta anche il desiderio, l’esigenza di non arrendersi alle storture della società, alle gerarchie che schiacciano, alla legge del più forte, al male del mondo.
Afferma l’autore: “Ho cercato di rappresentare al massimo il rapporto di quotidianità che un gruppo di carabinieri ha dovuto affrontare durante gli anni in cui il nostro paese era devastato dalla furia omicida della mafia. Come può reagire una piccola caserma in un piccolo paese dopo l’uccisione di Cassarà, Dalla Chiesa, Falcone? Esiste davvero un luogo, nel nostro Paese, dove la mafia non ha piantato le sue radici?Minchia Signor Tenente, non è il solito spettacolo in cui si cerca di raccontare le storie dei protagonisti della guerra di mafia. Non è “Il Padrino”, “La scorta”, “Borsellino”, “Il giudice Falcone” o il “Capo dei Capi” (film dei quali io sono un grande estimatore e che raccontano stralci di vita e biografie in modo perfetto) ma è semplicemente parlare in modo leggero, addirittura comico, di un argomento che è stato per anni il cancro della nostra società.
La mafia prima era presente con bombe, attentati e omicidi: oggi tutto questo non c’è più, ed oggi che si presenta silenziosa e sembra essere sconfitta, proprio oggi la mafia è a mio avviso più pericolosa che mai”.
La mini tournée lucana è proposta dalla stagione teatrale organizzata dal consorzio Teatri Uniti di Basilicata. L’ingresso a teatro è previsto dalle ore 20:30, il sipario alle ore 21:00. Per maggiori informazioni www.teatriunitidibasilicata.com.