POLVERE DIALOGO TRA UOMO E DONNA
Venerdì 12 febbraio al Teatro Obadiah di Oppido Lucano andrà in scena il capolavoro psicologico di e con Saverio La Ruina “Polvere. Dialogo tra uomo e donna”, definito dalla critica un esperimento sociale più che a un pezzo di teatro.
Lo spettacolo, prodotto dalla compagnia Scena Verticale di Castrovillari, pluripremiato nel 2015 per interpretazione e drammaturgia, è proposto della stagione teatrale organizzata dal consorzio Teatri Uniti di Basilicata.
Saverio interpreta una figura maschile da manuale e in scena, a fargli da contraltare in questo duetto senza lieto fine c’è una giovane donna, Cecilia Foti, anche collaboratrice alla regia.
Una storia di malamore, via via degradata dall’uomo in una vera e propria persecuzione psicologica e fisica, un ring dove chi dà i colpi, virtuali o no, è sempre e solo l’uomo. Nella scena quasi spoglia – un tavolo, due sedie – in un alternarsi di luce e di buio, sull’onda di una colonna sonora mai invadente con le musiche originali di Gianfranco De Franco.
Costruito con sapienza di ritmo e di gesto dallo stesso La Ruina, sulla crisi dei ruoli e sulla miseria morale dei nostri tempi, sulle dinamiche di coppia che si avvitano su se stesse finendo per devastare esistenze e coscienze per ragioni ben più sottili della banale brutalità di un maschio possessivo e manesco. L’ambiente non è degradato, la donna ha una propria vita di relazione, l’uomo è un fotografo che ha girato il mondo e sa parlare bene, anche troppo. Come in una pirandelliana stanza della tortura psicologica, lui assedia la giovane donna con richieste insistenti di spiegazioni e confessioni.
Un vero e proprio match fra uomo e donna, costruito a quadri, che rappresentano il progressivo distruggersi e annullarsi della donna verso una condizione di subalternità assoluta, dove i rari momenti di tenerezza dell’uomo sono, in realtà, un modo per nascondere la propria natura, l’altra faccia della luna.
Le botte sono la parte più fisica del rapporto violento di coppia; l’uccisione della donna la parte conclusiva. Ma c’è un prima, immateriale, impalpabile, polvere evanescente che si solleva piano intorno alla donna, la circonda, la avvolge, ne mina le certezze, ne annienta la forza, il coraggio, spegne il sorriso e la capacità di sognare. Una polvere opaca che confonde, fatta di parole che umiliano e feriscono, di piccoli sgarbi, di riconoscimenti mancati, di affetto sbrigativo, talvolta brusco.
L’ingresso a teatro è previsto dalle ore 20:30, il sipario alle ore 21:00. Per maggiori informazioni www.teatriunitidibasilicata.com.