IL PIACERE DELL’ONESTÀ
Geppy Gleijeses Vanessa Gravina
di Luigi Pirandello con Leandro Amato, Maximilian Nisi, Tatiana Winteler, Giancarlo Condè, Brunella De Feudis scene Leila Fteita costumi Lina Nerli Taviani musiche Teho Teardo
luci Luigi Ascione
assistente alla regia Marina Bianchi
regia Liliana Cavani
La differenza tra l’essere e l’apparire, tra la maschera e chi siamo veramente.
La società tiene a distanza gli onesti, ne ha paura: sono diversi e in quanto tali pericolosi, evidenziano le colpe e le mancanze delle cosiddette persone rispettabili, le cui maschere di onorabilità sono guardate con ammirazione e invidia. Come già in Pensaci Giacomino e in Ma non è una cosa seria Pirandello usa l’espediente del falso matrimonio su cui si confrontano personaggi costretti a togliersi la maschera dietro la quale hanno ingannato loro stessi e gli altri. Si rivela così il vero volto della varia umanità dei protagonisti. Chi finora era apparso al sommario giudizio degli altri un disonesto a cui affidare un’azione infame si rivela invece una persona rispettabile e chi agli occhi dei buoni borghesi godeva di alta considerazione, un marchese di alto lignaggio, si manifesta per quello che è: un uomo infido e mediocre nelle azioni e nei sentimenti.