IO SONO MISIA L’APE REGINA DEI GENI
di Vittorio Cielo
regia Francesco Zecca
scene Gianluca Amodio
costumi Alessandro Lai
luci Pasquale Mari
musiche Diego Buongiorno
produzione Pierfrancesco Pisani, Progetto Goldstein in co-produzione Fondazione Devlata, DoppioSogno
Liberamente ispirato dalle memorie di Misia Sert, dalle confidenze, ricordi, messaggi, lettere, di Proust, Stravinsky, Diaghilev, Nijinsky, Debussy, Tolouse Lautrec, Picasso, Ravel, Cocteau
Un monologo che raccoglie e svela le venature più concitate di una vera e propria cercatrice di talenti, amica influente e definitiva dei protagonisti della bella epoque, che al testo e alle parole, accorda le musiche originali nate in casa di Misia; sottofondi e composizioni d’epoca, modellate sui ricordi e la storia, che esplodono nell’esecuzione di Lucrezia Lante della Rovere, splendida narratrice di donne. Dopo il successo di “Malamore”, Premio Flaiano, Lucrezia Lante della Rovere continua a dare vita a profili di donne straordinarie che hanno costruito la cultura del ‘900. Con la sensibile regia di Francesco Zecca e un testo inedito del poeta Vittorio Cielo, rivela al pubblico italiano l’incredibile storia e la fascinosa personalità di Misia Sert. Misia Sert, straordinaria mecenate – a lei dobbiamo la scoperta, fra gli altri, di Cocò Chanel -il cui salotto parigino era frequentato da Picasso, Paul Morand, Debussy, fu ritratta da Renoir e da Toulouse Lautrec, ispirò Jean Cocteau per il personaggio della principessa nel romanzo Thomas l’imposteur e fu definita da Proust “un monumento di storia, collocata nell’asse del gusto francese come l’obelisco di Luxor nell’asse degli Champs Elysées”.
“Io non partorisco. Io faccio partorire.
Gli uomini hanno bisogno di una sfinge per partorire la bellezza.
Per diventare artisti.
Io li faccio partorire. Li ho fatti partorire, tutti!…
Dicono che il mio talento sia saper annusare il talento…
Dove tutti vedono un nano, io vedo un Toulouse-Lautrec.
Se c’è una tizia muta, a occhi bassi, contro il muro, io sento
profumo di Cocò, nel senso che sarà Chanel…”