IL RE LEONE VA IN PENSIONE
regia Maurizio Azzurro
con Maurizio Azzurro, Valentina Elia, Sebastiano Coticelli, Chiara Cianciola, Gennaro Di Colandrea
tecnica utilizzata teatro d’attore e maschere
Compagnia La Mansarda/Teatro Dell’orco
Spettacolo vincitore PREMIO RIBALTA 2014 come “Migliore Spettacolo Teatrale”
Il leone, re della foresta e di tutte le favole, desidera andare in pensione, e per designare il suo successore convoca i suoi sudditi e stabilisce che ognuno di loro regni per un determinato tempo. Salirà al trono chi si sarà dimostrato più degno. In una girandola di avvenimenti che attingono al repertorio della favolistica tradizionale, si alterneranno al trono cinque animali : la volpe, il gatto, la cicala,il lupo e il rospo. Tutti gli animali chiamati a regnare abuseranno del temporaneo potere conferitogli. Lo stesso leone, poi, verrà accusato, di aver regnato con protervia: gli animali, insomma, incarneranno tutti i mali che derivano dalla tirannide, ed in più, nessuno di loro si curerà dei loro sudditi. L’unico escluso da questo “gioco di potere” sarà il servitore topolino, che sta a rappresentare quella parte di società sempre e comunque esclusa da qualsiasi forma di partecipazione. Al termine della vicenda, come in ogni fiaba che si rispetti, prevarrà il lieto fine : gli animali, consapevoli degli errori commessi, uniranno le proprie capacità per metterle al servizio del prossimo, fondando una sorta di repubblica nel pieno trionfo della democrazia. Altro spunto di riflessione che offre lo spettacolo, riguarda il ruolo da sempre ricoperto dagli animali nelle favole, allegorie di vizi e manchevolezze degli uomini. Perché, dunque, in un libero esercizio di fantasia alla Rodari non riscrivere la storia dalla loro parte? Ascoltiamo quindi le ragioni del lupo, che rifiuta categoricamente il ruolo “di cattivo” che la letteratura gli ha impresso, oppure quelle della volpe, sempre in lotta per la sopravvivenza e bollata invece come “ingorda”, e poi ancora quelle della cicala, del gatto, del rospo e così via, a testimoniare che fiabe e favole non finiscono mai di rinnovarsi e farci sognare al passo con la nostra fantasia.