ROGER
scritto e diretto da Umberto Marino
con Emilio Solfrizzi
scene Francesco Ghisu luci Giuseppe Filipponio Cooproduzione con Leave Music
in collaborazione con Pierfrancesco Pisani
musiche Paolo Vivaldi
L’azione si svolge interamente su un campo da tennis e rappresenta un’immaginaria partita tra un generico numero due e l’inarrivabile numero uno del tennis di tutti i tempi, un campionissimo di nome Roger. Un monologo su un tennista che da anni deve affrontare Federer ed anche, in qualche modo, Dio… senza riuscirvi. Nel corso della pièce evoca la partita che dovrebbe disputare e che, forse, si è già disputata, ma che è finita e non poteva che finire con la sua sconfitta.
La rappresentazione è completamente affidata alla centralità della parola e dell’attore e in scena sono presenti solo le poche righe bianche che disegnano un campo da tennis e due sedie, quelle sulle quali nei cambi campo i tennisti si riposano. Grazie alla forza interpretativa di Emilio Solfrizzi gli spettatori riescono comunque a vedere il campo, l’arbitro, la palla, la racchetta, i colpi.